Un recente studio pubblicato il 7 settembre sull’Italian Journal of Pediatrics, intitolato “Plagiocefalia posizionale: risultati del trattamento osteopatico di 424 neonati”, ha offerto nuove evidenze sull’efficacia dell’osteopatia nel trattamento di deformità craniche nei neonati. Lo studio, condotto da un team multidisciplinare guidato da Raffaella Panza, Valentina Rizzo e altri ricercatori dell’Università di Bari, ha analizzato un campione di 424 neonati, trattati presso la Sezione di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del Dipartimento di Medicina Interdisciplinare.
Nel periodo compreso tra gennaio 2019 e dicembre 2022, i ricercatori hanno osservato neonati diagnosticati con plagiocefalia posizionale (390 casi) e brachicefalia posizionale (34 casi). Entrambe sono deformità craniche sempre più comuni, spesso attribuite a fattori meccanici prenatali o postnatali. La plagiocefalia si manifesta come un appiattimento unilaterale del cranio, mentre la brachicefalia implica un appiattimento posteriore simmetrico.
I pazienti coinvolti nello studio sono stati sottoposti a trattamento manipolativo osteopatico, con l’obiettivo di correggere queste deformazioni nei primi mesi di vita, un periodo cruciale per il neurosviluppo. I risultati hanno mostrato che, dopo soli cinque trattamenti osteopatici, i neonati hanno evidenziato significativi miglioramenti nelle deformazioni craniche. In particolare, l’approccio osteopatico sembra non solo correggere la deformità estetica, ma anche migliorare potenziali disturbi funzionali associati.
L’efficacia del trattamento osteopatico evidenziata dallo studio sottolinea l’importanza di una diagnosi tempestiva della plagiocefalia, generalmente intorno ai 3-4 mesi di vita, quando l’ossificazione delle suture craniche non è ancora avvenuta. Senza interventi adeguati, queste deformità craniche non si risolvono spontaneamente, aumentando il rischio di impatti negativi sullo sviluppo neuromotorio del bambino.
Fondamentale in questo contesto è un approccio multidisciplinare, che coinvolga neonatologi, osteopati e, nei casi più gravi, neurochirurghi. Lo studio suggerisce che un intervento osteopatico precoce potrebbe ridurre la necessità di trattamenti più invasivi e complessi in futuro, come l’intervento neurochirurgico.
La plagiocefalia è spesso causata da una disfunzione del sistema membranoso cranico, e l’osteopatia agisce sui componenti chiave come membrane, articolazioni e legamenti. Il trattamento prevede tecniche delicate per migliorare la mobilità del cranio e del collo, senza utilizzare tecniche invasive, favorendo così i processi omeostatici del corpo del bambino.
Lo studio ha confermato che oltre il 90% dei neonati trattati ha mostrato miglioramenti significativi dopo meno di cinque sedute osteopatiche. Questo risultato rafforza il ruolo dell’osteopatia come gold standard nel trattamento delle deformità craniche non sinostotiche, grazie alla sua efficacia e non invasività.
Lo studio rappresenta una pietra miliare nella comprensione del potenziale dell’osteopatia pediatrica nel trattamento della plagiocefalia posizionale e della brachicefalia posizionale, deformità che stanno aumentando significativamente tra i neonati. L’efficacia del trattamento osteopatico, unito alla sua sicurezza e rapidità di azione, lo rende una soluzione altamente raccomandata per correggere tali deformazioni craniche e supportare il corretto sviluppo neuromotorio dei neonati.
Raffaella Panza, Filippo Piarulli, Valentina Rizzo, Federico Schettini, Maria Elisabetta Baldassarre, Antonio Di Lorenzo, Silvio Tafuri, Nicola Laforgia “Positional plagiocephaly: results of the osteopathic treatment of 424 infants. An observational retrospective cohort study” Italian Journal of Pediatrics
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