William Garner Sutherland enunciò i principi fondamentali dell’Osteopatia in ambito craniosacrale, alla base di quello che chiamò Meccanismo Respiratorio Primario, postulando che le ossa craniche possedessero mobilità intrinseca che rifletteva una fluttuazione ritmica del liquido cefalorachidiano, totalmente diverso dai movimenti fisiologici di respirazione e dall’attività cardiovascolare, un particolare movimento ritmico proprio reso possibile grazie a:  

1. Motilità intrinseca delle masse cerebrali e del midollo spinale
2. Fluttuazione del liquido cefalorachidiano
3. Mobilità delle membrane di tensione reciproca
4. Mobilità articolare delle ossa craniche
5. Mobilità involontaria del sacro tra le ossa iliache.

Questi movimenti si distribuiscono grazie ai collegamenti meningei contenuti all’interno del canale vertebrale, all’osso sacro, favorendo un movimento sincrono attraverso il collegamento della dura madre spinale. Il liquido spinale e cerebrale viene prodotto e riassorbito all’interno della scatola cranica: la sua quantità aumenta e diminuisce regolarmente, cambiando di conseguenza anche la pressione esercitata sulla meninge. 

Viene così a crearsi un movimento ritmico di tale membrana, detto «ritmo cranio-sacrale». Tramite queste strutture vitali le ossa del cranio, nelle cui suture è presente tessuto connettivo, si muovono insieme alla membrana. Il ritmo cranio-sacrale si propaga dalle ossa del cranio lungo tutta la colonna vertebrale fino all’osso sacro. Grazie al sistema di continuità connettivale esistente tra gli apparati, questo movimento ritmico viene trasmesso a tutto il corpo. Il sistema cranio-sacrale non può quindi che essere considerato parte integrante del corpo, inteso come unità funzionale.

Il corretto funzionamento del sistema nervoso, degli organi di senso, degli organi interni e dei visceri, nonché del sistema endocrino, possono essere condizionati anche da minime variazione della corretta posizione delle strutture appartenenti al sistema cranio-sacrale.

Al fine di riequilibrare questo complesso sistema per riportare tali strutture nella loro fisiologica collocazione in maniera stabile e duratura è necessario trattare non solo il sistema cranio-sacrale, ma anche i tessuti connettivali e fasciali, muscoloscheletrici e viscerali, che prendono inserzione sulle strutture ossee appartenenti o correlate al sistema stesso. I tessuti connettivali e fasciali, infatti, qualora non perfettamente elastici non sono più in grado di esprimere i fisiologici movimenti di scivolamento nei confronti delle strutture fasciali contigue, con la conseguenza di alterare la funzionalità delle strutture ossee, viscerali, nervose e vascolari che avvolgono o su cui si inseriscono.

L’elasticità dei tessuti connettivali e fasciali viene compromessa a seguito di qualunque tipo di processo infiammatorio a carico di qualsivoglia apparato. La presenza di pregresse infiammazioni, infezioni, interventi chirurgici, traumi distorsivi o fratture, in presenza di sintomi attivi, costituiscono un’ottima indicazione per il trattamento craniosacrale.