Osteopatia e Scoliosi

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Osteopatia e Scoliosi

LA SCOLIOSI

Per la fascia di età compresa tra i 10 e 18 anni l’esame clinico si è focalizzato sul rachide; è infatti con l’inizio della pubertà che la colonna va incontro a variazioni e modifiche strutturali, che spesso possono essere sottovalutate.   

Fondamentale è innanzitutto la distinzione tra “scoliosi” e “atteggiamento scoliotico”.
La scoliosi strutturale idiopatica è, per definizione, una condizione patologica di deviazione permanente del rachide risultante dallo spostamento progressivo delle vertebre le une in rapporto alle altre nelle 3 dimensioni dello spazio e non è volontariamente riducibile. Tale spostamento si effettua secondo tre assi di rotazione:

  • l’inclinazione laterale che corrisponde allo spostamento sul piano frontale;
  • la flessione o l’estensione corrispondenti allo spostamento sul piano sagittale;
  • la rotazione, corrispondente allo spostamento della vertebra attorno all’asse perpendicolare al piano bisecante i due piatti vertebrali.

Quest’ultima, che dà origine al gibbo, rappresenta l’elemento più dannoso per la morfologia del soggetto e si manifesta in genere tra 10 e 13 anni, in corrispondenza della grande crescita nel periodo puberale. In genere rappresenta oltre l’80% dei casi evolutivi. Insorge alla soglia dello sviluppo puberale, tende ad arrestarsi in corrispondenza della maturazione ossea e colpisce di preferenza il sesso femminile.

L’atteggiamento scoliotico invece viene definito come la deviazione laterale interamente riducibile in decubito prono o in flessione anteriore (Bending Test), clinicamente senza gibbosità e radiologicamente senza rotazione, e nulla ha a che vedere con la scoliosi. Si tratta di un atteggiamento viziato dovuto principalmente a mancanza di adeguato movimento o posizioni scorrette mantenute a lungo che compare solo quando il soggetto assume alcune posizioni, per esempio in piedi. Questa deviazione di tipo funzionale di solito è conseguente ad altre anormalità (cause posturali, compensatorie, disfunzioni osteopatiche fasciali o articolari).

Da quanto riportato in letteratura le alterazioni e asimmetrie del rachide sono molto frequenti nel ragazzo/a nella fase di maggior sviluppo. Fortunatamente il più delle volte siamo di fronte ad atteggiamenti scoliotici secondari a deficit posturali, problemi stomatognatici, oculistici, che si risolvono o spontaneamente o con trattamenti conservativi ben condotti.

Il monitoraggio clinico che accompagna il ragazzo fino all’età considerata “non di rischio” è fondamentale per controllare l’evoluzione del rachide anche quando non siamo necessariamente di fronte a segni clinici di scoliosi strutturale. Saper valutare la postura di un soggetto ci fornisce la capacità di discriminare difetti falsi (funzionali) da difetti veri (organici), indirizzando al meglio le strategie diagnostiche e terapeutiche e favorendo l’intervento precoce da parte dello specialista.

SCOLIOSI E POSTURA

L’importanza delle alterazioni posturali nel mantenimento e nell’insorgenza delle scoliosi è ormai nota. La postura (o meglio, il sistema posturale) è la risposta integrata del corpo nelle sue manifestazioni statiche e cinetiche alla forza di gravità. 

La reazione antigravitaria deve essere economica, efficiente e confortevole: se inadeguata, si instaura un’alterazione posturale che ha come risultato un alterato equilibrio posturale, determinando una “catena lesionale”: le strutture osteo-mio-fasciali, attraverso il gioco dei compensi, organizzano una serie di adattamenti che possono essere, a seconda dell’origine, ascendenti (disfunzione dell’appoggio podalico) o discendenti (con partenza, ad esempio, dall’apparato stomatognatico).

Il sistema posturale risulta quindi fortemente implicato nel mantenimento o aggravamento di un atteggiamento scoliotico, in particolar modo durante lo sviluppo puberale. Il dorso curvo giovanile o gli atteggiamenti viziati che caratterizzano l’adolescenza sono elementi molto importanti nell’eziopatogenesi dell’atteggiamento scoliotico: se trascurati in un momento di forte spinta evolutiva, la conseguente deformità può assumere proporzioni rilevanti. Diventa quindi necessario intercettare il prima possibile qualunque alterazione posturale.

IL TRATTAMENTO OSTEOPATICO NELLE SCOLIOSI

Uno dei principi dell’Osteopatia afferma che funzione e struttura sono intimamente collegate: l’importanza della relazione struttura-funzione porta a sostenere che tutte le malattie possano essere ricondotte all’effetto di un’alterazione di questo rapporto. La struttura governa la funzione, la funzione induce la struttura.

Sulla base di queste affermazioni è facile intuire che molti fattori legati alle restrizioni di movimento della struttura osteo-articolare possano determinare o aggravare l’atteggiamento scoliotico. Nella terapia manuale osteopatica la valutazione dell’eterometria degli arti inferiori, dell’orientamento del bacino, la mobilità di tutti gli elementi del rachide (cranio compreso), lo studio dell’equilibrio, sono elementi fondamentali per la valutazione funzionale.

Un altro aspetto rilevante è la valutazione (soprattutto nel bambino) del sistema craniosacrale: le membrane di tensione reciproca sono in correlazione con l’equilibrio delle ossa craniche e del sacro, e conseguentemente con l’occlusione dentale. Da questo equilibrio può scaturire una postura più o meno armonica. 

Il fine dell’osteopata è quello di ottimizzare l’equilibrio delle ossa craniche e delle membrane di tensione reciproca onde evitare che il trauma della nascita o una posizione intrauterina anomala possano rappresentare una componente di rischio per l’equilibrio rachideo.

Il rapporto fra occlusione dentale e postura, soprattutto in soggetti in accrescimento, è un argomento di grande interesse: alcune disfunzioni occlusali potrebbero essere direttamente implicate nell’insorgenza della scoliosi.

IL DORSO CURVO

Che cos'è

Il dorso curvo (o ipercifosi) è un’accentuazione della curva fisiologica dorsale della colonna vertebrale. Nella forma più grave, oltre al danno estetico, provoca uno schiacciamento anteriore delle vertebre e difficoltà respiratorie.

A differenza della scoliosi, dà luogo più facilmente a dolori vertebrali in età adulta, in particolare nelle cifosi dorso-lombari.

Cause

Nella maggior parte dei casi è riconducibile a una postura scorretta, spesso di origine familiare, che può essere corretta con facilità durante la crescita. In altri casi ci può essere un difetto nell’ossificazione vertebrale, definito osteocondrosi, conosciuto anche come morbo di Scheuermann: l’accrescimento vertebrale avviene in maniera anomala, portando la vertebra ad una forma di cuneo schiacciato anteriormente, il che facilita l’incurvamento in avanti.

Questi segni particolari devono essere valutati con attenzione dal medico specialista, per poter fare una diagnosi corretta e distinguere tra un “semplice” difetto posturale e una vera e propria malattia strutturata.

Evoluzione

Anche il dorso curvo, come la scoliosi, è chiamato “dell’adolescenza” perché si aggrava soprattutto nel periodo della crescita e in particolar modo in corrispondenza della spinta puberale (10-13 anni nelle femmine, 12-15 anni nei maschi), fino al termine della maturazione ossea. Colpisce in particolar modo il sesso maschile.

Trattamento osteopatico

Il riconoscimento fin da bambini di postura cifotica spinge gli osteopati alla ricerca delle possibili cause che lo hanno generato. Al termine della valutazione osteopatica è infatti possibile stabilire le possibili cause alla base del problema che possono risiedere anche a distanza dalla zona dorsale (cranio, visceri, diaframma). 

Si può quindi intervenire sul difetto posturale attraverso un opportuno percorso terapeutico, unito ad una ginnastica posturale e nei casi più gravi si può ricorrere all’utilizzo della terapia ortesica (corsetto ortopedico).

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Dott. GIACOMOMAMBERTO

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