La Sindrome Dolorosa Femoro Rotulea (SDFR) è una delle più comuni cause di dolore del ginocchio, la sua origine è multifattoriale, con un’incidenza maggiore nel sesso femminile e in soggetti attivi tra i 15 e di 35 anni. I sintomi di solito sono a carico dei tessuti perirotulei e/o retrorotulei, con crepitii, rigidità, gonfiore e deficit funzionali. L’approccio tradizionale è perlopiù di tipo conservativo, attraverso esercizi di rinforzo muscolare, di propriocezione, e di allungamento muscolare.
L’Osteopatia aiuta a ridurre il dolore in pazienti affetti da Sindrome Dolorosa Femoro Rotulea. Questo è quanto stabilito da uno studio sperimentale tutto italiano: l’obiettivo è stato quello di verificare se il Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT) potesse rappresentare una possibile terapia per la gestione del dolore in soggetti con SDFR, ed in effetti, malgrado i suoi limiti, come ad esempio l’uso di una sola misura di outcome, i risultati sono stati sorprendenti tanto che, si legge nella relazione a cura degli autori: “possono avere importanti riscontri nella pratica clinica […] Uno studio concreto, facilmente riproducibile, da usare in didattica così come nel proprio studio. Con un’attenzione al ragionamento clinico, alla valutazione e al trattamento osteopatico delle disfunzioni”.
Lo studio è un trial randomizzato, controllato con placebo manuale in singolo cieco. Sono stati selezionati 40 pazienti di età compresa tra i 18 ed i 60 anni, con diagnosi di SDFR. I criteri di inclusione prevedevano che il paziente avvertisse dolore nel salire o scendere le scale, nel mantenimento della posizione seduta per diverso tempo, dolore alla palpazione della regione perirotulea, e positività al test di compressione della rotula. Sono stati esclusi, soggetti in cui il dolore si sia manifestato in seguito ad intervento chirurgico o trauma diretto, che presentano patologie autoimmuni, neurologiche e malformazioni congenite.
I pazienti sono stati divisi in 2 gruppi (OMT e Placebo) da 20, ad ogni gruppo sono state somministrate 4 terapie in un periodo di 8 settimane. Il trattamento placebo prevedeva dei tocchi passivi, senza mobilizzazioni articolari sugli arti superiori, torace e bacino.
A tutti i soggetti del gruppo sperimentale è stata effettuata una valutazione osteopatica al fine di individuare le disfunzioni somatiche e di definirne la priorità di trattamento in base alla severità.
A misurare l’esito dei trattamenti manipolativi osteopatici, la scala visuo-analogica (VAS), uno strumento di misurazione delle caratteristiche soggettive del dolore provato dal paziente che ha dimostrato essere valida, affidabile e sensibile in pazienti con SDFR. Questa scala di valutazione è stata utilizzata per la valutazione della sintomatologia dolorosa prima del primo (T0), secondo (T1), terzo (T2), quarto (T3) trattamento, e al follow-up dopo 2 mesi (T4).
Su 40 soggetti selezionati, l’analisi è stata condotta su 35 (5 drop-out) di cui 20 OMT e 15 placebo, con risultati estremamente positivi riguardo la riduzione clinicamente rilevante dei punteggi della VAS dopo ogni trattamento per il gruppo sperimentale, ed un’ulteriore riduzione della sintomatologia dolorosa al follow-up, rispetto al secondo gruppo sottoposto a placebo. Da sottolineare, inoltre, una riduzione dell’83% delle disfunzioni a carico della zona lombare e per il 40% per la zona sacrale tra il primo ed il secondo trattamento osteopatico.
Tra il secondo e terzo trattamento c’è stata una riduzione del 56% delle disfunzioni del tratto cervicale e del 36% a livello sacrale, ed al quarto trattamento le disfunzioni totali dei pazienti sono diminuite del 40% rispetto a quelle individuate inizialmente.
Tramontano M, Pagnotta S, Lunghi C, Manzo C, Manzo F, Consolo S, Manzo V. “Assessment and Management of Somatic Dysfunctions in Patients With Patellofemoral Pain Syndrome” JAOA, March 2020, Vol. 120, 165-173
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